Fausto Ghiglia

Uno dei maestri dell'informale piemontese (vive e lavora a Pinerolo), rappresenta l'incontro tra un passato recente tutt'altro che vernacolare, e un presente che guarda intelligentemente al futuro, che non rinnega i traguardi del passato.

Artista a 360° nel senso etimologico del termine, dal latino ars, artis, che significa abilità materiale o spirituale mirata a progettare o a costruire qualcosa. Egli svolge un'attività umana svolta manualmente, e con l'intelletto, diretta a comunicare i suoi sentimenti e le sue visioni.

Abbandonato il disegno tornito e la pittura figurativa, Ghiglia si affida a un gesto guizzante, dai contorni indefiniti, con appariscenti contrasti luministici a sottolineare un sottile turbamento dello stato d’animo dei personaggi rappresentati. La materia pittorica sfrangia e si fa pulviscolare, con quell’irrequietezza che esalta la vita e la natura. Segni più o meno spessi di colore, talvolta quasi spatolate, riempiono le tele di grovigli e matasse monumentali, dall’inedita plasticità.

Molti gli illustri spunti provenienti dal passato, ma nessuno effettivamente riconducibile alle specificità particolarissime del nostro. Klee, Klimt, a tratti Spazzapan ecc… hanno elementi assimilabili a certe trovate compositive di Ghiglia, sebbene la sua sia una pittura così privatamente personale da non poter trovare realmente termini di paragone.

È l’espressione, la manifestazione dello stupore di chi ancora, ogni giorno, scoprendo il mondo, si meraviglia della molteplicità di forme e colori offerta dalla tavolozza della terra e dagli splendidi manufatti dell’uomo. È la rappresentazione di un mondo dove l’uomo pur sorretto da un’insopprimibile curiosità e da un incandescente desiderio di bellezza e di gioia, non riesce a frenare la sua brama di conquista e la sua vocazione autodistruttiva.

Monica Trigona

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